
A Nord di Trapani, nel Comune di Custonaci, si trova una delle zone paesaggistiche più suggestive della Sicilia occidentale, con una serie di grotte nel Monte Cofano che si affacciano sul mare.
La più interessante e particolare scenografia in questo contesto geo-archeologico è costituita dalla grotta Mangiapane, dove, all’interno di una magnifica e gigantesca cavità, sono stati costruiti nel tempo dei piccoli edifici utilizzati dai residenti (pescatori, contadini, allevatori del luogo) come unità abitative, magazzini e ricoveri per animali già da tempo immemorabile.
Determinante per la formazione della grotta, abitata fin dal Paleolitico, oltre al fenomeno del carsismo, è stata l’azione del mare che ha scavato al suo interno rendendola molto profonda.
Numerosi sono stati gli studiosi che hanno indagato sulla grotta. Rilevanti le ricerche del paleontologo francese R. Vaufrey, direttore del museo di paleontologia umana dell’Università dì Parigi, che vi trovò tracce dell’uomo primitivo consistenti in ritrovamenti di manufatti litici, selci lavorate, ossa, denti di animali e graffiti, molti dei quali si trovano ancora oggi conservati presso il Museo Pepoli di Trapani ed il Museo Etno Antropologico di Parigi.
Ciò che rende unico questo luogo è il piccolo nucleo di abitazioni costruite, nei primi anni del 1800, a ridosso della grotta. Case basse e molto vicine tra di loro furono realizzate ed abitate da un’unica famiglia, i Mangiapane. Tutto intorno una ricca vegetazione mediterranea di ulivi, carrubbi, mandorli e agavi completa la coreografia destando meraviglia in ogni visitatore.
Per 150 anni gli abitanti della grotta si dedicarono all’agricoltura e alla pastorizia, ma dopo la seconda guerra mondiale tutti lasciarono l’insediamento e la grotta divenne una stalla.

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