IL TELAMONE DELL’OLYMPEION NELLA VALLE DEI TEMPLI

 

Il Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento custodisce uno straordinario patrimonio monumentale e paesaggistico di età classica.

 

Il sito è costituito dalle rovine dell’antica città Akragas – nucleo originario della città di Agrigento – fondata da coloni provenienti in parte da Gela e in parte da Rodi nel 580 a.C.

 

All’interno del Parco si erge una serie di monumentali templi dorici del periodo ellenico, alcuni dei quali caratterizzati da un eccezionale stato di conservazione.

 

Uno dei più grandi templi dorici dell’Antichità classica fu il tempio di Giove Olimpio (Zeus per i Greci), la cui costruzione avvenne nel 480 a.C. per festeggiare la vittoria degli Agrigentini contro i Cartaginesi e, secondo lo storico Diodoro Siculo, non fu mai ultimata, perché ancora priva di tetto al momento della conquista della città di Akragas da parte dei Cartaginesi nel 406 a.C.

 

L’edificio era collocato su di una gigantesca piattaforma rettangolare, su cui si ergeva un basamento di cinque gradini, di cui l’ultimo alto il doppio degli altri, per formare una sorta di podio e isolare il tempio dall’ambiente circostante.

 

Il tempio era chiuso da un muraglione di recinzione, caratterizzato all’esterno da semicolonne di ordine dorico, la cui altezza ipotetica è stata valutata in più di diciotto metri.
All’esterno erano anche presenti figure colossali (circa 8 metri) di Giganti – i Telamoni –, colti nell’atto di sorreggere con la forza delle braccia la trabeazione del tempio e posti negli spazi tra le semicolonne su mensole alte circa undici metri. Dei resti dei Telamoni ritrovati durante gli scavi, quello che vanta il maggiore stato di conservazione è custodito nel Museo Archeologico Regionale di Agrigento, addossato alla parete di fondo della sala “Cavallari”. La statua, alta 7,65 metri, è la più grande dell’antichità in Sicilia e tra le più grandi dell’intera arte greca.

 

Per ammirarne la maestosità è possibile visitare il Museo o, passeggiando all’interno dell’area archeologica, fermarsi a scrutare la ricostruzione in tufo adagiata per terra, tra le rovine del tempio di Giove.

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