
Il Tempio di Segesta, uno dei pochi monumenti che si conservano perfettamente integri dall’antichità, si innalza in maestosa solitudine sul pianoro che si erge a strapiombo sul Vallone della Fusa, dove scorre il fiume che le fonti antiche denominavano Scamandro (il fiume di Troia).
Realizzato tra il 430 e il 420 a.C. l’edificio sacro è di stile dorico, esastilo periptero (60,95 m. x 20,40 m.), rivolto a Est con quattordici colonne sui lati lunghi e sei sui lati brevi, che hanno alla base un diametro di quasi due metri. La costruzione si presenta priva di cella (evidente nelle fondazioni) e di copertura. Altri segni evidenziano che i lavori non furono mai completati: le colonne non sono scanalate, i blocchi dei gradini non scalpellati e i coronamenti dei capitelli incompleti.
Ci sono altre notizie poco note che pare interessante farvi conoscere: intanto la dedica a Afrodite Urania (vedi post precedente) e gli imminenti lavori di restauro alle due colonne della fronte, di cui parleremo.
Concludiamo con un importante novità topografica. In occasione dello scavo della necropoli ellenistica “extra moenia” di Segesta, la prima area cimiteriale di grande estensione documentata (ne parleremo nel prossimo post), è stata rimessa in luce la fortificazione di età tardo-arcaica (fine VI- inizio V secolo a. C.) in due tratti distinti per circa 130 metri, che delimitava la necropoli e continuava lungo la collina del tempio.
La struttura muraria era stata già rasata in antico, verosimilmente perché si trova al centro di un impluvio, e ricostruita piú a Est (mura di Porta di Valle). Storicamente la distruzione del muro di cinta arcaico potrebbe essere ricondotta al sacco di Segesta da parte di Agatocle nel 307 a. C., come emblematicamente attesta una moneta del tiranno rinvenuta in uno strato addossato alla parete esterna.
I resti delle antiche mura arcaiche dopo circa duecento anni, in epoca ellenistica, erano ancora visibili, forse ridotti a ruderi, e delimitavano l’inizio della zona destinata a cimitero. Il tempio dorico era rimasto isolato per sempre.

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