LA NECROPOLI PUNICA DI CAPO BOEO A MARSALA

 

Una delle maggiori aree di interesse che è possibile visitare presso l’area archeologica di Capo Boeo a Marsala è rappresentato dalla sua necropoli di età punica, all’interno dell’area è infatti possibile osservare una moltitudine di reperti, capaci di offrire una vasta panoramica sui riti funerari dell’epoca.

 

La necropoli si estendeva nell’area nordorientale della città ed era delimitata sul lato nord-ovest dal mare e su quello sud-ovest dal margine esterno del fossato; il settore est si estendeva fino alla zona dove oggi si trovano la chiesa della Madonna della Grotta e dell’Itria, nei pressi delle quali sussistono testimonianze di età paleocristiana.

 

L’esistenza della necropoli era nota sin dal XVIII secolo grazie ai numerosi ritrovamenti casuali; le attività di ricerca vennero intraprese nel corso del XIX secolo per iniziativa di un erudito locale che aveva raccolto una serie di materiali dall’area necropolare, oggi depositati presso la Biblioteca Civica di Marsala. Le prime ricerche sistematiche si ebbero a partire dal 1894 con Antonio Salinas che indagò un’area posta ad ovest dell’attuale viale Macello. I risultati di questi studi rimasero a lungo inediti e furono ripresi e pubblicati da E. Gabrici nel 1941.

 

Allo stato attuale la necropoli costituisce il settore maggiormente esplorato dell’antica Lilibeo e di cui esiste un’ottima monografia di Babette Bechtold. L‘area di maggiore addensamento della necropoli in età punica è nell’attuale zona del Tribunale e lungo le attuali via del Fante, via Massimo D’Azeglio e via Alcide De Gaspari.

 

Durante la fase punica le tombe, scavate nel banco di calcarenite, presentano una tipologia costante ovvero la semplice fossa rettangolare per una singola inumazione, in media lunga 2 metri. circa, larga 70 cm e profonda non più di 1 metro. Accanto alle tombe a fossa si attesta la presenza di ipogei a pozzo verticale. Gli ipogei lilibetani erano larghi 1 metro e lunghi 2 metri, profondi a volte anche oltre i 10 metri.

 

Ad 1 metro dall’imboccatura era ricavata una risega dove poggiava la copertura; dal fondo del pozzo si accedeva ad una o a due camere funerarie contrapposte.

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