L’AREA ARCHEOLOGICA SERRA DEL PALCO A CAMPOFRANCO

 

Localizzato già nel 1978 in contrada Serra del Palco in territorio del Comune di Campofranco, l’insediamento neolitico, di considerevole ampiezza e complessità, è stato gradualmente portato alla luce fra il 1981 e il 1985. L’area indagata, dell’estensione approssimativa di 700 metri quadrati, si rivelò in realtà frequentata a più riprese, non solo in età preistorica, Eneolitico inoltrato compreso, ma, attraverso il momento greco e romano, fino all’Età Medievale.

 

Delle molte fasi edilizie distinguibili all’interno dell’area scavata ben cinque rimontano
all’Età Neolitica:

 

I – il momento più antico è quello documentato da una quantità di fori variamente distribuiti entro il banco roccioso e destinati ad alloggiare i pali lignei di supporto alla perimetrazione e alla copertura delle capanne dalla pianta attualmente non precisabile;

 

II – appartengono al secondo momento alcuni lembi di battuti pavimentali riferibili ad almeno due diverse capanne dalla pianta verosimilmente ellissoidale, ubicate rispettivamente nel settore settentrionale ed in quello meridionale dello scavo. La tecnica comune utilizzata era sostanzialmente quella degli acciottolati connessi con terriccio sterile surriscaldato e poi raffreddato rapidamente per renderlo più coerente;

 

III – il terzo momento è quello che vede, in parziale corrispondenza con l’area precedentemente occupata dalle capanne, l’impianto dei due recinti, che segnano la vera e propria fase monumentale del complesso. La tecnica muraria utilizzata era quella dei blocchi gessosi grossolanamente sbozzati e giustapposti a secco in tessitura regolare, con effetti di maggiore monumentalità in corrispondenza del fronte nord, serbatosi per circa 9 metri di lunghezza e per uno spessore massimo di 1,50 metri;

 

IV – il quarto momento è quello dei rifacimenti, rispettivamente nei tratti Nord-Ovest e Nord-Est del grande recinto, nonché il rifacimento del fronte rettilineo Est del recinto minore;

 

V – al quinto episodio edilizio si riferisce il tratto del muro Est-Ovest, grosso modo parallelo al
fronte Nord del grande recinto.

 

L’esiguità numerica e la sostanziale ripetitività dei tipi ceramici in uso contemporaneamente nelle cinque fasi edilizie, in larga parte riconducibili alla classe a decorazione incisa e impressa, con una modesta presenza di ceramica dipinta bi- e tricromica, non consentono, a fronte di una situazione stratigrafica così articolata, un inquadramento culturale altrettanto differenziato, restringendo la complessa varietà delle strutture sopra descritte entro l’arco del Neolitico Medio iniziale (V millennio a. C.).

 

Nuova importanza rivestirà la contrada in Età Medievale, attraversata dall’importante via publica di collegamento tra Milocca e Sutera, ricordata già in documenti di archivio alla fine del 1200, e ricalcata nell’antico percorso dalla regia Trazzera borbonica che da Campofranco conduceva a Grotte, ancor oggi in parte visibile nel tratto ad Ovest della s.p. 115 e del Monte Campanella.

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