
Al prestigioso complesso termale della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina, si accedeva originariamente attraverso un ingresso decorato da un mosaico pavimentale in cui è raffigurata la domina (padrona di casa) accompagnata dai figli o dai servitori. Da qui, si passava alla grande palestra biabsidata, il cui mosaico riproduce una corsa di quadrighe al Circo Massimo di Roma.
Dalla palestra si accedeva al frigidarium dove si praticavano i bagni freddi.
L’ambiente, di forma ottagonale, è rivestito di marmi alle pareti, mentre il suo pavimento è decorato, al centro, da un mosaico raffigurante un corteo marino. All’interno, si aprono due piscine e quattro piccoli vani dotati di banchine, utilizzati come spogliatoi. I mosaici di questi ambienti riproducono personaggi intenti a cambiarsi le vesti.
Dal lato ovest, invece, era possibile accedere a un ambiente specifico, destinato alla cura del corpo. Dal tepidarium, un vano riscaldato a una temperatura media, si potevano raggiungere gli ambienti più caldi. Si passava ai due ambienti laterali del calidarium e a quello centrale del laconicum, destinato alle saune e ai bagni, in cui le temperature raggiungevano i 60°.
Durante gli scavi del Novecento, al di sotto del mosaico della palestra furono portati alla luce resti di terme più antiche appartenenti a una Villa Rustica datata al I-II sec. d.C.
Il sistema di riscaldamento delle terme romane era costituito da fuochi accesi in forni sotterranei che producevano il calore e diffondevano l’aria calda nelle pareti e sotto al pavimento, riscaldando anche l’acqua.

I MOSAICI DELLA VILLA DEL TELLARO A NOTO
Gli splendidi mosaici, datati alla metà circa del IV sec. d.C., trovano i più immediati confronti in quelli di Piazza Armerina.
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