MEGARA IBLEA: UN TESORO GRECO DELL’VIII SECOLO A.C.

MEGARA IBLEA: UN TESORO GRECO DELL’VIII SECOLO A.C.

MEGARA IBLEA: UN TESORO GRECO DELL’VIII SECOLO A.C. 1280 720 Regione Siciliana
Parco archeologico di Leontinoi

Una delle più antiche colonie istituite in Sicilia dai Greci nel sec. VIII a. C. e precisamente dai Dori provenienti da Megara Nisea. La città, fondata, sotto la guida di Lamis, nella breve pianura nei pressi di Augusta, ebbe dapprima un periodo di floridezza, dovuto all’attività agricola e commerciale, che condusse, nel 628, alla fondazione di Selinunte da parte dei Megaresi. Nel 552 è alleata di Siracusa contro Camarina, ma nel sec. V infieriscono in essa quelle discordie alle quali allude il poeta Teognide che, se non vi ebbe i natali, certamente vi dimorò. Di tali discordie approfittò Gelone per impadronirsene, trapiantando a Siracusa i possidenti e vendendo il resto della popolazione.

 

Il suo nome comparisce anche più tardi nella storia della Sicilia, ma essa ha perduto ormai ogni importanza. Megara fece parte del minuscolo regno di Gerone e nel 214-210 partecipò alla sollevazione antiromana. Distrutta da Marcello, rimase da allora un modestissimo centro. Alla sua miseria dovette contribuire anche la malaria.

 

Gli scavi del Cavallari e dell’Orsi condussero al riconoscimento della località, dell’imponente cinta muraria, d’un tempio e delle sue abbastanza ricche necropoli.

 

Oggi a Megara Iblea è possibile leggere il primo impianto di una città greca d’Occidente grazie all’ininterrotta attività di scavo della missione francese che prosegue tutt’ora in collaborazione col Parco. La pianificazione urbanistica della città greco-arcaica con i caratteristici ambienti pubblici (templi, stoai, fortificazioni, etc.) e privati (case, botteghe, etc.) è ben documentata dagli scavi fruibili nell’area intorno all’agorà.

 

La città di età ellenistica, ricostruita dopo la distruzione del tiranno Gelone e gli avvenimenti relativi alla seconda spedizione ateniese in Sicilia, si sovrappone alle fasi più antiche, anche con il muro di cinta sul quale insistono resti di abitazioni romane. In prossimità dell’antiquarium, in fase di riallestimento, si conservano sul piano roccioso resti di età preistorica che si aggiungono alle testimonianze di età neolitica relativa al villaggio individuato da Paolo Orsi.

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