
Il Museo Archeologico Regionale “Baglio Anselmi” ha sede a Marsala in uno stabilimento vinicolo, costruzione tipica nella zona di produzione del vino Marsala e in piena attività nell’Ottocento. Costituito da vari fabbricati con aperture verso il cortile interno, esso garantiva sicurezza, come il vallum romano o il ballium tardo-medievale.
Il Museo si trova sul promontorio di Capo Boeo, estrema propaggine occidentale della Sicilia, che costituisce il nucleo del parco archeologico di Lilibeo; viene accettata generalmente l’ipotesi che questa area, occupata dall’abitato lilibetano dalla metà del IV secolo a.C. in poi, fu completamente abbandonata contestualmente all’erezione della nuova cinta fortificata da parte degli Spagnoli (metà XVI secolo) e per questo motivo conserva intatta la stratigrafia archeologica.
Oggi occupano l’area soltanto alcuni edifici: durante l’Ottocento furono costruiti sul lungomare una serie di stabilimenti vinicoli, per la lavorazione delle uve e lo stivaggio delle botti. Inserito quindi all’interno del parco archeologico di Lilibeo, il museo è stato scelto negli anni ’70 del Novecento per la conservazione del relitto di una nave punica e, successivamente, dal 1986, è sede del Museo Archeologico Regionale, che illustra la storia di Lilibeo e del territorio storicamente connesso, con un ordinamento ad un tempo cronologico e topografico, e che testimonia la storia della città dalla preistoria al medioevo.
Tutta l’area di proprietà demaniale è stata riqualificata recentemente, con la ristrutturazione architettonica degli immobili rurali e del grande complesso architettonico del Baglio Tumbarello, che costituiranno nuovi spazi adeguati alle più moderne esigenze espositive, punto di partenza per la visita del parco in cui vivono insieme archeologia, storia, natura. Tra le importanti testimonianze archeologiche note da tempo, come l’insula romana, o da poco rimesse in luce, come la pavimentazione stradale del decumanus maximus o le fortificazioni costiere e le aree destinate a necropoli, un’ulteriore tappa di visita dell’area del parco è la chiesa di San Giovanni Battista al Boeo, che ingloba nella parte
sotterranea una polla sorgiva d’acqua dolce che, da sempre, è stata considerata un dato essenziale per la scelta del sito, al momento della fondazione della città da parte dei Moziesi, immediatamente dopo la distruzione della loro città ad opera di Dionisio di Siracusa, dopo il 397 a.C.
La scoperta della statua di Venere nel corso di scavi recenti (fig. 4) conferma l’interesse del sito, che, anche per la presenza di una sorgente ipogeica, è generalmente riferito all’esistenza di un culto oracolare dell’acqua (grotta della Sibilla). La chiesa di San Giovanni e tutta l’area circostante, sul mare, ovvio riferimento a terra delle rotte del Mediterraneo, ha caratterizzato il ruolo della città, inespugnabile base militare cartaginese, contraddistinta dal suo rapporto con il mare attraverso i suoi porti e la laguna dello Stagnone.

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