
La Cava d’Ispica è una delle più grandi curiosità archeologiche della Sicilia. Si trova tra le città di Modica e Ispica, è immersa nella tipica macchia mediterranea e custodisce necropoli preistoriche, catacombe cristiane, oratori rupestri, eremi monastici e nuclei abitativi di varia tipologia, che si sono succeduti dalla Preistoria fino almeno al XV secolo. Il sito, nell’area terminale della vallata, prende il nome di Parco Forza.
Questo luogo si caratterizza per il suo aspetto pittoresco e per il grande numero di escavazioni nelle pareti rocciose del suo lungo corso. Anticamente, costituiva un luogo particolarmente adatto alla popolazione primitiva, perché offriva rilevanti difese naturali e risorse per la sopravvivenza. Le grotte più antiche si potrebbero attribuire ai Sicani, mentre la maggior parte di esse sono catacombe del primo cristianesimo.
I Siculi, invasa la Sicilia, si impadronirono degli insediamenti sicani della Cava Ispica e ne fondarono di nuovi formando nuovamente delle comunità che permasero fino al terremoto del 1693. Con l’arrivo dei Greci alcune città furono conquistate, altre invece, tra cui l’abitato localizzato a Cava Ispica, rimasero indipendenti mantenendo comunque rapporti anche commerciali; fu lo stesso con i Romani di cui è rimasta ben poca traccia, confusa poi con la successiva presenza bizantina.
Per sottrarsi alle persecuzioni, le popolazioni cristiane del luogo si rifugiarono nelle grotte della Cava dove scavarono piccoli luoghi di culto o riadattarono a tale scopo ambienti già esistenti, decorandoli con immagini sacre. Ne sono dimostrazione la chiesa rupestre di Santa Maria, la grotta di Sant’ Ilarione, la grotta “dei Santi”, la chiesa rupestre di S. Nicola e poi le catacombe come la “Larderia”, “U Campusantu”, la “Spezieria”.
Dopo il tremendo terremoto del 1693 gran parte della popolazione che abitava la parte Sud del sito si trasferì in una nuova città, denominata Spaccaforno, che solo nel 1936 mutò nome in Ispica.

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