
In contrada Santicello, alle pendici del colle di Akrai, su una parete rocciosa si possono osservare i cosiddetti santoni, un complesso di sculture rupestri relative al culto di Cibele, dea della natura, degli animali e dei luoghi selvatici.
I rilievi sono complessivamente 12 e sono distribuiti su un fronte di circa 50 metri entro nicchie. La maggior parte delle raffigurazioni riproduce la dea seduta in posizione frontale, con la patera nella destra e il timpano nella sinistra; ai piedi vi sono in genere due leoni; ai lati del capo o delle gambe compaiono personaggi minori disposti spesso su più file sovrapposte, tra cui si riconoscono alcune divinità come Hermes, Ecate, i Coribanti (sacerdoti di Cibele), Attis (compagno di Cibele).
Verosimilmente l’area era dedicata ad un culto misterico proveniente dall’oriente, quello della dea Cibele, figura vicina alla magna mater e alla greca Cerere. Nei bassorilievi superstiti gli studiosi hanno individuato varie rappresentazioni tipiche legate a questo culto pagano. I bassorilievi si trovano in nicchie scavate nella pietra e oggi sono protetti da una tettoia ed una grata metallica per impedire ulteriori danni. Undici delle figure sono allineate sullo stesso livello roccioso mentre l’ultima figura si trova più in basso. In dieci delle rappresentazioni è presente la dea Cibele seduta in trono e con il modio sul capo.
Oltre alla dea, nei vari pannelli si riconoscono anche altre personaggi mitologici tra cui: Hermes, Attis, i Dioscuri e motivi comuni nelle sue rappresentazioni come i leoni o personaggi con delle fiaccole. Sebbene quello di Cibele sia un culto di origine orientale, era molto diffuso in Sicilia e nell’area di Siracusa, essendo favorito dal tiranno Dionisio il giovane.

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