
Akrai fu, secondo Tucidide, la più antica delle subcolonie di Siracusa, fondata nel 664 a.C., sull’altipiano tra le due valli del Tellaro e dell’Anapo, a controllo dell’entroterra.
Il primo ad identificare Akrai con il sito posto ad ovest di Palazzolo Acreide, fu lo storico e teologo Tommaso Fazello nel XVI secolo, ma è solo con il barone Judica nel secolo XIX che comincia la vera e propria ricerca archeologica. L’area pubblica, disposta lungo il versante del colle che sovrasta la città moderna, è dominata dalla presenza del teatro, del bouleterion, risalenti al III sec. a.C. e di un probabile edificio termale con sala centrale a pianta circolare, di età tardo-ellenistica. Sull’acropoli, rimangono le fondazioni di un tempio arcaico della seconda metà del VI sec. a.C., identificato con il tempio di Afrodite, menzionato in una iscrizione. Un asse viario con orientamento E-W, intercalato da una rete di strade secondarie disposte a pettine, collegava le due porte della città.
All’interno dell’area archeologica è possibile visitare i resti di un teatro antico in pietra, scoperto nel 1824 da G. Judica. A lui si deve lo scavo della scena, dell’orchestra, dei gradini più bassi della cavea, ma anche interventi di restauro e la ricostruzione della cavea fino al dodicesimo gradino. Lo studio e le ricerche furono poi riprese da L. Bernabò Brea.
Nel complesso si tratta di un edificio piuttosto piccolo con la cavea, in gran parte ricavata nel pendio della collina, di forma semicircolare come l’orchestra. Aveva originariamente nove cunei, separati da otto scalette, ma solo i due alle estremità erano interamente costruiti. Ricostruita fino al 12° gradino non doveva averne più di 14. Mancavano le parodoi e l’accesso avveniva da due stretti passaggi posti ai lati della scena.
Di questa si riconosce un rifacimento di età imperiale, costituito da un pulpitum posto su una parte della scena. Tale monumento è stato inquadrato cronologicamente di età ieroniana (III sec. a.C.) come il vicino bouleuterion.

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