
Ci troviamo a Milazzo, all’interno del Parco archeologico di Tindari, dov’è possibile visitare un luogo unico che oggi è capace di raccontare epoche storiche ben lontane dalla nostra. Si tratta del Villaggio preistorico di Viale dei Cipressi, le ricerche svolte all’interno dell’area archeologica mostrano infatti l’esistenza di due diverse “culture materiali”. La prima, di stampo prettamente eoliano, è quella di “Capo Graziano”, la seconda è quella dell’ “Ausonio I e II”, riconducibile alla discesa degli Ausoni, dall’Italia Meridionale in Sicilia, nel corso del Bronzo Recente e Finale.
Il sito archeologico demaniale è raggiungibile seguendo la segnaletica stradale per il Castello, proseguendo lungo la via del Capo e quindi deviando a destra in corrispondenza del Viale dei Cipressi che conduce al Cimitro Monumentale. L’area esplorata (1995-1996; 2003-2005) corrisponde a una piccola porzione del terrazzo coltivato a uliveto. L’ingresso principale prospetta direttamente sullo slargo antistante il cimitero, dove si consiglia di parcheggiare la macchina. Un percorso pedonale interno conduce ad un primo punto di sosta attrezzato con due pannelli didattici, che forniscono le coordinate generali sulle presenze di epoca preistorica e protostorica individuate nell’area urbana di Milazzo, sullo scavo condotto nel sito e sulle fasi attestate.
Proseguendo si raggiunge il settore esplorato, protetto da una copertura in legno lamellare e policarbonato funzionale alla conservazione delle murature, dei piani d’uso e delle piccole substrutture (focolari) riportate in luce. Sotto la copertura, in corrispondenza del secondo punto di sosta, altri due pannelli didattici illustrano nel dettaglio i resti visibili risalenti all’età del bronzo antico (facies Capo Graziano, XVIII secolo a.C.). Si tratta di cinque capanne, tutte diverse per planimetria, dimensioni, stato di conservazione, delle quali solo tre (capanne 1-3), compiutamente esplorate, sono fruibili. Tra esse spicca la capanna 1, quella più a monte, parzialmente incassata nel pendio, con muro in pietra ben costruito, provvista sul lato a valle di un ampio ingresso con imponente gradinata. L’edificio, a pianta ovale allungata, coperto in origine da un tetto in materiale deperibile a due falde nella parte centrale e con tratto curvo al di sopra delle absidi, si articola in due ambienti grazie a un muro – tramezzo che isola l’abside dal vano principale, particolarmente ampio, con grande focolare di forma lobata. All’interno di questo ambiente lo scavo ha consentito di recuperare una parte del vasellame che faceva parte del corredo domestico (n. 101 reperti). L’edificio per dimensioni e caratteristiche costruttive trova un unico parallelo nella grande capanna delta IV dell’Acropoli di Lipari. Poco più a valle sono individuabili i resti della capanna 2, a pianta ovale irregolare, in cattivo stato di conservazione.
La capanna 3, a pianta ovale irregolare, con un lato quasi rettilineo, in buono stato di conservazione, risulta delimitata da un muro ben costruito con pietre medio – grandi nelle cortine esterne e piccole nel riempimento interno e comunicava con l’esterno grazie a un ingresso individuato lungo il lato ovest. Internamente la piccola abitazione era dotata di un grande focolare di forma ovale in concotto utilizzato in tutte le fasi di vita della struttura. In generale, considerata anche la peculiare dislocazione dell’area di scavo, è stato ipotizzato che le capanne riportate in luce costituiscano l’ultima propaggine di un più vasto villaggio, la cui maggiore estensione va ricercata nei terrazzi del pendio orientale sovrastati dal Castello digradanti verso il mare. Si tratta, almeno a giudicare dalle strutture esplorate, di un tessuto abitativo piuttosto fitto. Sotto il profilo della cultura materiale lo studio condotto sui reperti rinvenuti all’interno delle capanne consente di inquadrare tutto il contesto all’interno del Bronzo Antico siciliano e della facies di Capo Graziano delle Isole Eolie, il che fa ipotizzare un rapporto assai stretto tra il villaggio di Viale dei Cipressi e i siti eoliani. La visita si conclude scendendo al livello della capanna 3 e quindi uscendo dal cancelletto pedonale di servizio.

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