
Ci sono luoghi che aiutano a connettersi con il divino, abitati da persone con una passione straordinaria, la cui presenza a un rito collettivo è necessaria quanto l’aria, e dove il gesto e la parola risuonano come espressione della coscienza. Evocano una vita altra, e una possibilità di innalzare una diga contro la quotidiana assuefazione all’indifferenza e alla terribile violenza di questi giorni. Uno di questi luoghi è Segesta. Riparte dal 2022 il Segesta Teatro Festival che cambia nome e direzione artistica. L’infinita bellezza del Teatro Antico che ospita pubblico e artisti dal lontano 1967 torna a vivere finalmente libera dalle limitazioni della pandemia. Non è poco, se ricordiamo di quanto abbia sofferto ogni manifestazione artistica durante questi ultimi due anni e a quante privazioni o spesso illusorie alternative è stato costretto il pubblico. Torniamo lì, nel cuore della natura e con la luce del sole che sorge e tramonta. È un paesaggio dell’anima, quello del Parco di Segesta, e l’orizzonte del suo Teatro sembra invitare tutti noi a momenti unici e di sospensione.
Racchiude la magia del silenzio e delle voci che in questa prima edizione del triennio da me diretto, sono state chiamate a raccolta: la creatività della nostra isola, e della comunità artistica nazionale e internazionale. Abbiamo cercato di mantenere e ridare vita a un legame ideale con i fondatori del Teatro Antico, e il cuore del Festival non possono che essere le arti performative originarie più importanti: Teatro, Danza, Musica e Poesia, spesso in dialogo tra loro, in un processo di ricerca e contaminazione. La valorizzazione del linguaggio innovativo e sperimentale è compito – direi responsabilità – di ogni festival, e lo è ancora di più per noi se si pensa alla sacralità delle pietre di Segesta. Nel giusto equilibrio con ciò che è tradizionalmente riconosciuto come teatro classico, spesso peraltro oggetto di riscrittura, molto di quello che verrà presentato andrà quindi con coraggio verso direzioni inaspettate e inedite.
Il Teatro Antico e il Tempio elimico di Segesta dedicato ad Afrodite Urania saranno i luoghi che come da tradizione accoglieranno gli spettatori, spesso nella stessa sera. Un’offerta che aumenterà la complessità delle proposte e che inviterà tutti anche a momenti di piacevole permanenza e di convivialità con gli artisti presso il punto ristoro del Festival. Un intenso mese di programmazione dal 2 agosto fino al 4 settembre, con 15 spettacoli teatrali, 7 di musica, 4 di danza, 7 prime nazionali e rappresentazioni nell’ottica di un festival diffuso anche nelle città del Parco, Calatafimi Segesta, Contessa Entellina, Poggioreale, Salemi e Custonaci.
Vi auguriamo buon viaggio nel sacro, nei suoi luoghi e in compagnia di artisti che vi porteranno in un altrove dell’anima e in una dimensione del divino che da sempre abita la nostra isola. A presto, dunque a Segesta.

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