
Lo studioso Arturo Petix (1919 – 1987) localizza sulle pendici del Colle Amorella, il Casale medievale di Milocca (primo nucleo abitato della moderna città), ricordato già nella seconda metà del XIII secolo dai registri della Cancelleria Angioina e dagli atti dell’Archivio Capitolare di Agrigento.
Nuovi dati e informazioni di notevole interesse, sulla fase soprattutto tardo medievale dell’insediamento, sono emersi nel 2001 dalla ripresa dell’indagine archeologica. È stato infatti identificato, tra l’altro, un vano quadrilatero originariamente dotato di copertura e tegole, e con tutta probabilità riferibile a età tardoislamica (X sec.). In età Normanna (secoli XI-XII) tale struttura venne riutilizzata nell’ambito della costruzione di un nuovo complesso cui va riferita, insieme con alcuni tratti murari superstiti, una pavimentazione basolata in pietre calcarinitiche, peraltro affiorante in vari lembi dell’area indagata.
Le lunghe lotte tra baroni nell’isola determineranno, nel corso del Trecento, l’avvicendamento al potere, in questo comprensorio, di varie famiglie vicine al casato aragonese, come i Chiaromonte, i Capizzi e i Polizzi, i cui stemmi nobiliari ricorrono infatti con notevole frequenza sulla produzione ceramica a smalto, ampiamente documentata ad Amorella, con decorazione monocroma in bruno manganese. Analoghi indizi di intensa frequentazione del sito per tutto il XIV secolo sono forniti dai numerosi rinvenimenti monetali di età aragonese fra cui un piereale in argento di Pietro e Costanza d’Aragona, denari di Federico III d’Aragona e di Martino il Giovane.
Solo nel 1363, la donazione da parte di Giacomo Capizzi, ultimo barone di Milocca in favore del Monastero di San Martino delle Scale di Palermo segnò probabilmente per il feudo ed il casale l’avvio di una fase di decadenza e di abbandono.