
La città è circondata dalle celebri Mura Timoleontee, a tutt’oggi straordinario esempio di struttura a tecnica mista.
Il tratto della fortificazione scoperto è in ottimo stato di conservazione.
Sul versante settentrionale della collina, le mura avevano uno sviluppo articolato a controllo della piana sottostante e a protezione di una delle porte principali di accesso alla città. L’estremità occidentale del muro si protende come un cuneo verso la campagna, aggira poi il crinale della collina dal lato impostandosi sulle pendici a strapiombo sul mare. Sul versante orientale il muro doveva procedere oltre il tratto alla luce e ricongiungersi con la cinta di età arcaica.
La cinta muraria era accessibile da due ingressi: una porta con arco ad ogiva, tamponata poi con un muro di mattoni crudi; l’altro ingresso si trova ad ovest ed è una porta del tipo dritta, con stipiti ad ante ed architrave murato a più riprese con mattoni crudi. Dopo la sua distruzione ad opera di Fintia, tiranno di Agrigento, Gela fu abbandonata ed il muro di fortificazione perse la sua funzione.