
Il Castello di Lipari è in realtà una cittadella fortificata, il cui aspetto attuale deriva dalle possenti fortificazioni spagnole, costruite intorno alla rocca da Carlo V, dopo l’attacco all’isola del tunisino Kaireddin Barbarossa, che nel 1544 aveva conquistato e distrutto la città. La cupola di lava naturale sulla quale fu fondata l’antica città di Lipari è di per sé inaccessibile proprio per la sua conformazione geologica che la pone a 40 metri dal livello del mare.
Una siffatta posizione strategica ha rappresentato una sicurezza per le popolazioni indigene proprio a causa delle balze laviche che si elevano quasi tutte a strapiombo. La rocca di Lipari è stata abitata fin dalla preistoria con insediamenti risalenti al Neolitico, all’età del Rame e all’età del Bronzo. La scoperta più eccezionale nella preistoria del Mediterraneo, furono i resti, sovrapposti ed intersecati tra loro, delle capanne di quattro importanti villaggi che si sono succeduti durante l’età del Bronzo (1700-900 a.C.), cioè attraverso un millennio di storia. Lipàra (ossia grassa, fertile) o Meligunìs (nome che sembra far riferimento al miele, in greco antico méli) fu fondata durante la cinquantesima Olimpiade (580-576 a.C.) da abitanti di Cnido insieme a un gruppo dell’isola di Rodi, come riferisce lo storico greco Diodoro Siculo. Il primo stanziamento cnidio fu certamente sulla Rocca. Ben presto la città si estese verso la pianura e la Rocca, divenne l’Acropoli della città, ovvero la sua parte più alta cinta di mura, al cui interno erano case, templi e l’agorà (la piazza principale). L’esistenza di un impianto urbano regolare che interessava anche l’Acropoli, è accertata per l’età romano-imperiale (II-I sec. a.C.) ma probabilmente esisteva già in età greca. Vi era una suddivisione in isolati delimitati da strade che si incrociano ad angolo retto (cardi e decumani). Un asse stradale principale (decumano) è in perfetta corrispondenza con la porta- torre di accesso all’Acropoli. In epoche più recenti vi furono radicali alterazioni dell’Acropoli-Castello che hanno comportato la cancellazione pressoché totale degli edifici di età Greca e Romana. Il castello venne trasformato a partire dal 1792, in luogo di detenzione e confino durato fino al periodo fascista.
Dopo la seconda guerra mondiale con la dismissione del campo di confino, in questo scenario evocativo ricco di suggestioni e di dolorosi ricordi, iniziarono nel 1950 gli scavi archeologici condotti da Luigi Bernabò Brea e Madeleine Cavalier. A seguire nel 1954, questi due archeologi di fama internazionale, crearono il primo nucleo del Museo facendo “rinascere” il castello, riassegnandogli il ruolo di crocevia di culture.