AREA ARCHEOLOGICA DI MEGARA HYBLAEA

 
Area archeologica di Megara Hyblaea

Megara Hyblaea, fondata dai greci di Megara Nisea nella seconda metà dell’VIII sec. a.C. è, insieme a Leontinoi, una delle più antiche colonie greche in Sicilia. Sua colonia nel VII sec. a.C. fu Selinunte nella Sicilia Occidentale. La città fu rasa al suolo nel 483 a.C. dal tiranno Gelone, che trasferì parte della sua popolazione a Siracusa.
La città riprese a vivere nel IV-III sec. a.C., quando la sua estensione si ridusse rispetto a quella di età greco-arcaica. I romani la assoggettarono nel 213 a.C. L’abitato continuò a vivere con caseggiati sparsi a carattere rurale fino all’età bizantina. Ancora nel medioevo vi è attestato un piccolo insediamento in prossimità del porto sul fiume Cantera.

 

Oggi a Megara Iblea è possibile leggere il primo impianto di una città greca d’Occidente grazie all’ininterrotta attività di scavo della missione francese che prosegue tutt’ora in collaborazione col Parco. La pianificazione urbanistica della città greco-arcaica con i caratteristici ambienti pubblici (templi, stoai, fortificazioni, etc.) e privati (case, botteghe, etc.) è ben documentata dagli scavi fruibili nell’area intorno all’agorà.

 

La città di età ellenistica, ricostruita dopo la distruzione del tiranno Gelone e gli avvenimenti relativi alla seconda spedizione ateniese in Sicilia, si sovrappone alle fasi più antiche, anche con il muro di cinta sul quale insistono resti di abitazioni romane. In prossimità dell’antiquarium, in fase di riallestimento, si conservano sul piano roccioso resti di età preistorica che si aggiungono alle testimonianze di età neolitica relativa al villaggio individuato da Paolo Orsi.

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