
Il complesso termale scoperto sul lato nord della Piazza Vittorio Emanuele, nel cortile alle spalle della Caserma dei Carabinieri di Taormina, si estendeva a Nord sotto il quartiere cosiddetto della “Zecca” dove ancora si vedono resti di muri ed arcate in laterizio inglobati nelle case settecentesche.
La costruzione dell’edificio termale, ubicato sul lato settentrionale del Foro, avvenne durante i primi secoli dell’età imperiale romana (fine I-II sec. d.C.). I resti di un edificio pubblico precedente, forse un Bouleuterion di età ellenistica, sotto il livello delle Terme, furono individuati da alcuni saggi di scavo effettuati presso il lato ovest dell’area. Proprio in quest’area furono rinvenute quattro basi di statue onorarie inscritte dedicate ad illustri cittadini e a personaggi benemeriti, databili sempre ad età ellenistica.
Delle Terme sono visibili tre grandi ambienti con funzione di caldaria o tepidaria con pavimenti a lastre marmoree (crustae) riscaldati dai praefurnia (ambienti destinati alla combustione). Sono visibili anche i pilastrini di mattoni rotondi o squadrati che consentivano la circolazione dell’aria calda sotto i pavimenti (suspensurae), alimentata anche attraverso tubuli di terracotta posti a ridosso delle pareti rivestite da intonaco degli ambienti. Si segnala il prezioso rinvenimento di alcuni frammenti di Calendario Romano datato ad età tardo-augustea o tiberiana e un frammento dei Fasti Consulares, con l’elenco dei consoli dal 39 al 34 a.C., conservati presso l’Antiquarium del Teatro Antico di Taormina.

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