
Francavilla di Sicilia è ubicata nel cuore della Valle dell’Alcantara, in un’area pianeggiante fra l’ omonimo fiume e il San Paolo, nel versante nord-orientale del territorio etneo. Il sito, grazie alla ricchezza del suolo e dell’acqua, ma anche alle naturali vie di comunicazione (dal mar Ionio, attraverso l’Alcantara, e dal Tirreno valicando i Nebrodi e i Peloritani) risulta frequentato già in età preistorica. Materiali ceramici testimonierebbero già agli inizi del VII secolo a.C. l’esistenza di un insediamento di Greci Calcidesi pervenuti dalla colonia di Naxos attraverso la valle dell’Alcantara (l’antico Akèsines) su un preesistente sito indigeno. La città greca rimane anonima (Kallipolis?). Di questa sono stati messi in luce nell’area della città moderna alcuni lembi di abitato e di necropoli.
Un grande santuario occupava il settore nord della città (via Don Nino Russotti), in contiguità con l’Alcantara. La composizione dei ricchi depositi votivi rinvenuti documenta nel santuario il culto delle dee Demetra e Kore. Nell’area archeologica di contrada Fantarilli, ai piedi della collina del Castello, a pochi passi dal Museo archeologico, si può vedere un lembo dell’abitato di V sec. a.C. che nell’assetto urbano ma anche nelle tecniche costruttive edilizie rivela affinità culturali con la vicina Naxos, allorché fu conquistata e “rifondata” nel 476 a.C. da Ierone di Siracusa. Il sito sarebbe stato abbandonato alla fine del V secolo a.C. forse in coincidenza con la conquista di Naxos da parte di Dionisio I nel 403 a.C. La ripresa demografica, documentata da alcuni interventi di ristrutturazione delle case e alcune modifiche nell’impianto stradale, si ha in concomitanza forse con la nascita della vicina Tauromenion (358 a.C.) o con l’avvento di Timoleonte in Sicilia (338 a.C.). Nel corso del terzo venticinquennio del III sec. a.C. il sito venne completamente abbandonato per cause ancora misteriose.
MAFRA – MUSEO ARCHEOLOGICO DI FRANCAVILLA DI SICILIA
Il Museo Archeologico di Francavilla di Sicilia (MAFRA) è un museo di nuova istituzione inaugurato il 19 ottobre 2020.
È contenuto all’interno di Palazzo Cagnone, edificio di proprietà del Comune di Francavilla. Il Palazzo, del XVI secolo, è situato in Piazza San Francesco, all’interno del quartiere medioevale, ai piedi dell’altura sovrastata dal castello normanno. Il suo nome deriva dalla nobile famiglia Cagnone, che vi abitò nel 1700, e di cui si conserva intatta la cappella sia negli arredi che nella pavimentazione settecentesca in maiolica di Caltagirone.
Sul lato destro del palazzo si trovano, in un’area adibita a vigneto, il palmento e la cantina, che oggi si possono individuare, dopo l’ultimo intervento di restauro nel 2006, nel salone dei congressi. Il palazzo è oggi sede anche della biblioteca civica.
Il percorso museale
All’ingresso del Palazzo, al pianterreno, è la sala di benvenuto con un video propedeutico alla visita del Museo. Da qui si accede al primo piano attraverso le scale. L’accesso ai disabili è consentito dalla sala dei congressi del Palazzo.
Il percorso museale si snoda attraverso 4 sale, tre delle quali dedicate all’esposizione dei reperti che segue un criterio cronologico e topografico.
Nella prima sala un grande pannello introduce al territorio della Valle dell’Alcantara frequentato sin da età preistorica. Una vetrina conserva pochi ma significativi reperti della fase pre-protostorica di Francavilla da un probabile insediamento indigeno di Siculi risalente alla fine dell’età del bronzo (XIII- XII secolo a.C.) prima dell’incontro con i Calcidesi di Naxos.
La seconda sala è dedicata alla città greca di cui è fruibile un lembo (area demaniale) nella Contrada Fantarilli. Da tale area provengono interessanti reperti di vita quotidiana dal VI al III secolo a.C.: numerose terrecotte architettoniche (antefisse e acroteri a maschera gorgonica o silenica) -alcune forse anche importate dalla vicina Naxos-, pesi da telaio per la tessitura, lucerne, vasi e monete da varie zecche siceliote.
La terza sala è dedicata alla ricca collezione di depositi votivi del Santuario suburbano di via Don Nino Russotti dedicato alla dea Demetra e alla figlia Persefone, uno dei complessi sacri di maggiore rilievo della Sicilia greca. Dal complesso spiccano le protomi femminili in terracotta e i famosi pinakes figurati a rilievo tipologicamente affini a quelli rinvenuti nel Santuario di Persefone a Locri Epizefiri. In questa sala sono esposti anche i reperti della necropoli di V secolo a.C. da cui si segnalano alcuni bei frammenti di ceramica attica figurata.
Il percorso si conclude con un’esperienza immersiva all’interno della “Francavilla immersive room” (sala 4) dove il visitatore può compiere un viaggio virtuale indietro nel passato.