PARCO ARCHEOLOGICO DI LILIBEO

 
Resti della nave punica

Il Parco

Il nucleo del Parco archeologico di Lilibeo si snoda tra l’Area archeologica di Capo Boeo. Il parco conserva una considerevole parte dell’abitato dell’antica Lilybaeum che si estendeva fino al mare. Per questo motivo è stata risparmiata dall’espansione edilizia dell’Ottocento, quando iniziarono ad emergere rovine in seguito a diversi lavori di pubblica utilità.

 

 

La storia

Lilibeo occupava un grande quadrilatero difeso da una poderosa cinta muraria rafforzata da torri e protetta su due lati dal mare. Sulla parte della terraferma invece da un profondo fossato. Grazie a tale possente impianto fortificato Lilibeo divenne ben presto un’inespugnabile base militare. Negli anni resistette perfino a diversi tentativi di occupazione tanto che, dopo nove lunghi anni di assedio, i Romani riuscirono ad entrarne in possesso soltanto in seguito alla Battaglia delle Egadi che nel 241 a.C. pose fine alla Prima guerra punica.

Sotto il dominio romano visse un periodo di notevole prosperità economica. La città acquisii infatti il ruolo di importante base navale e di testa di ponte per l’Africa. Soprattutto in direzione di Cartagine e del Capo Bon. Proprio Cicerone, questore a Lilibeo nel 76-75 a.C., la definisce “splendidissima civitas”. Nel processo contro Verre, descrive infatti i furti di opere d’arte da questi compiuti a danno dei Lilibetani.

 

Divenuta Municipio in età augustea, la città infatti si elevata al rango di Colonia agli inizi del III sec. d.C. con la denominazione di Helvia Augusta Lilybitanorum. Sede di una fiorente comunità cristiana sin dal III secolo e di una Diocesi. La comunità, istituita al tempo di Papa Zosimo, subì nel 440 l’incursione dei Vandali di Genserico e una violenta persecuzione. Nel corso di quell’anno fu imprigionato anche il vescovo Pascasino.

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