
In contrada Canale, presso Naro, si estende una vasta necropoli paleocristiana, risalente al V-V secolo d.C. Inserita oggi in un lussureggiante giardino di agrumi, la necropoli è formata da quattro ipogei, che hanno tutti caratteristiche analoghe: sono tutti organizzati intorno ad un lungo corridoio centrale con orientamento Nord-Sud con ingresso da Sud preceduto da una sorta di vestibolo. Ai lati del corridoio si aprono profonde nicchie, occupate dalle tombe. Il più vasto è l’ipogeo A, noto con il nome di Grotta delle Meraviglie; dall’ipogeo B provengono lucerne africane, decorate sul disco con simboli propri del culto cristiano: l’agnello, l’albero della vita, il pesce guizzante.
Sono proprio i reperti ceramici rivenuti negli ipogei a fornire gli indizi sulla base dei quali è stata determinata la datazione della necropoli, che testimonia l’importanza del territorio di Naro in epoca tardoantica. Per la regolarità e l’organicità delle piante dei singoli ipogei si ritiene che l’intero cimitero derivi da un progetto unitario.