CASTELLO DI POGGIO DIANA – RIBERA

 
Il Castello, veduta aerea

Il Castello di Poggio Diana, in territorio del comune di Ribera, occupa quasi per intero la sommità stretta e allungata di un’altura  dalle pareti scoscese e difficilmente accessibili, che si eleva sulla riva sinistra del fiume Verdura. Nella conformazione attuale l’edificio si presenta come il risultato di diversi interventi e restauri succedutisi nel tempo, a partire probabilmente dalla metà circa del ‘300. È infatti dal 1356 che comincia ad essere menzionata dalle fonti la torre di Misilcassim, che possiamo con certezza identificare con il nostro sito; la torre fu forse costruita dalla famiglia nobiliare dei Chiaromonte, che controlla il feudo dal 1348.

 

Decapitato nel 1392 Andrea Chiaromonte e confiscati i beni della potente famiglia ribelle alla Corona, il feudo e la torre di Misilcassim vennero infeudati ai Peralta, che li tennero fino al 1398, quando essi furono venduti ai Perapertusa.  in questi anni che probabilmente si pone la costruzione dei vani più antichi del Castello: Guglielmo riceve infatti nel 1392 turrim Misilcassimi et feudum; vende nel 1398 ad Adelicia, vedova di Nicolò Buondelmonte e moglie di Bernardo Berengario de Perapertusa, la baronia Misilcassimi cum castro. Tra la fine del secolo e gli inizi del successivo sembra si abbia anche la prima presenza stabile nel luogo: con quale funzione è difficile dirlo, al momento, ma il tipo di materiali rinvenuti nel corso degli scavi che sono stati effettuati sul sito sembrano indicatori di un discreto livello sociale.

 

Nel corso dei restauri effettuati nel corso degli anni 2005/2006 sono stati infatti eseguiti alcuni saggi archeologici, ed in particolare sono stati scavati i riempimenti di due cisterne, una utilizzata come scarico della cucina, l’altra invece colmata con i materiali risultanti da una sistemazione dell’area antistante l’edificio. Le ceramiche recuperate nei due riempimenti sono complessivamente databili tra la fine del XIV secolo e i primi decenni del XV e presentano una notevole varietà di forme e destinazione funzionale,  oltre che  peculiari caratteristiche tecniche e decorative. Si riconosce, tra l’altro, un significativo gruppo di ciotole prodotte dalle coeve fornaci di Sciacca, oltre ad alcuni recipienti di una produzione finora poco nota in Sicilia, che potrebbe essere attribuita allo stesso centro o ad officine diverse, situate comunque nella parte occidentale dell’isola.

 

Siamo negli anni in cui il castello gravita nell’orbita della famiglia dei Peralta, che hanno il loro centro a Sciacca, dove, negli stessi anni, viene costruito il Castello nuovo. La costruzione del castello di Misilcassim e la presenza, al suo interno, di un nucleo stabile e numericamente consistente potrebbe essere collegata con le vicende politiche di quegli anni, che vedono l’estrema ribellione alla Corona di Aragona degli esponenti delle principali famiglie signorili, tra i quali gioca un ruolo di rilievo Guglielmo Peralta. È in questo contesto, infatti, che può spiegarsi la costruzione dell’edificio che, per la sua posizione, risulta strategico per il controllo dei traffici da e verso l’entroterra.

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