
La “Montagnola” di Marineo è situata a Nord-Ovest del moderno centro abitato. Sulla collina è stata identificata, grazie al rinvenimento di tegole iscritte in caratteri greci, la città indigena di Makella, nota attraverso fonti storiche ed epigrafiche, tra cui il cosiddetto “V Decreto di Entella”.
In età tardo-arcaica fu costruita la cinta muraria a difesa dell’insediamento, che certamente correva lungo il pendio SE, l’unico accessibile, che fu rafforzata durante la prima età ellenistica, distrutta alla metà circa del III sec. a.C. nel corso della Prima Guerra Punica e parzialmente riutilizzata sicuramente a partire dal periodo normanno.
Nel corso delle indagini svolte nei pressi della cortina muraria che cinge l’abitato sul versante sud-orientale, è stato rinvenuto un eccezionale deposito votivo della fine del VI sec .a.C., comprendente: due schinieri di bronzo, tre elmi, alcuni oggetti di ferro interpretati come finimenti per cavalli o pertinenti a sostegni utilizzati per sorreggere graticole, un piccolo scudo votivo e una brocca con coperchio contenente i resti di ovocaprini, un pendente di bronzo a forma di accettina ad occhio e una placchetta d’avorio riproducente un ariete accovacciato.
Poco attestata sotto il profilo archeologico risulta la piena età classica, mentre una ripresa vigorosa si registra dalla metà del IV sec. a.C., durante la fase di profonda ellenizzazione che interessò la maggior parte dei siti indigeni. A questo momento si può datare un’importante fase edilizia che sembra interessare tutto il centro. Si è portato alla luce un complesso architettonico costituito da un edificio pubblico d’incerta definizione funzionale e da un’imponente cisterna. Gli ambienti dell’edificio sono sistemati scenograficamente su terrazze digradanti che seguono il pendio naturale della collina e sono raccordati da due scalinate parallele, poste ad una distanza di circa 10 metri l’una dall’altra.
La cisterna è di forma allungata, in parte costruita con blocchi di arenaria squadrati rivestiti di intonaco, e in parte scavata nel banco roccioso naturale, coperta da una volta a botte, costituita da una serie di blocchi desinenti verso l’interno. All’interno della cisterna è posto un basamento di forma quadrangolare, su cui è infissa parte di una tubatura fittile che fungeva da punto di adduzione per l’acqua.
Per quanto riguarda la necropoli, diverse sono le aree cimiteriali segnalate attraverso il rinvenimento fortuito di materiali.
La necropoli di età arcaica si colloca, forse, alle falde meridionali del rilievo, mentre quella relativa all’insediamento di fine VI – inizi V sec. a.C. sarebbe da porre ai piedi della Rocca, oggi interamente edificata; nel centro abitato di Marineo, nell’ attuale Via Umberto Maddalena, già denominata Via dei Sepolcreti, è stata segnalata nel passato un’altra area cimiteriale, riferibile, probabilmente, al centro d’età ellenistica.
Il Museo Archeologico della Valle dell’Eleuterio, ospitato nel cinquecentesco Castello Beccadelli Bologna di Marineo, acquisito dal Demanio della Regione Siciliana, raccoglie i reperti provenienti dal centro di Makella. Il Museo espone, inoltre, i reperti dell’intero comprensorio territoriale, ma soprattutto dei diversi insediamenti distribuiti lungo il corso del Fiume Eleuterio che fin dall’antichità costituì una realtà idrografica di fondamentale importanza per il collegamento tra la costa tirrenica settentrionale e l’entroterra.